Pneus Firestone

Pneus Firestone

Firestone and Rubber Company nasce negli Stati Uniti nel 1900 e deve il suo grande successo all’accordo fra il Sig. Firestone ed il Sig. Ford per la fornitura di primi equipaggiamenti della prima industria automobilistica di massa USA.

Nel 1923 la Firestone ottiene dal governo liberiano la concessione per novanta nove anni per la coltivazione della gomma su un territorio di un milione di acri, in pochi anni divenne così uno dei più importanti produttori della materia prima principale del settore, potendone facilmente influenzare le quotazioni.

Durante la seconda guerra mondiale i rifornimenti dall’africa diventano sempre più difficoltosi, così la Firestone inizia la produzione su scala industriale della gomma sintetica che diventerà poi essenziale per la produzione post bellica di tutti gli articoli in gomma, non solo dei pneumatici.

Nel 1955 la Firestone si guadagna il primato di maggior produttore al mondo di gomma, producendone oltre un milione di chili al giorno. Nel 1964-65 Firestone inizia la produzione di uno dei primi pneumatici radiali il “Super Sports Wide Oval” che viene adottato come primo equipaggiamento su molte vetture.

Nel 1988 viene acquistata dalla Bridgestone e trasforma la sua filosofia aziendale prettamente americana nella nuova missione del gruppo, tipicamente giapponese: “servire la società con qualità superiore”.
Nasce così la più grande multinazionale dell’epoca nel mondo del pneumatico.

L’acquisizione di nuove sofisticate tecnologie e la preponderante forza commerciale del partner hanno consentito il rilancio del marchio Firestone ottenendo molto successo come gamma economica del gruppo.
La produzione abbraccia praticamente tutti i tipi di gomme, incluse quelle agricole e industriali.

Nell’aprile del 2012 la Firestone lancia sul mercato i sui primi pneumatici Run-Flat affermando così la sua presenza anche in questo segmento complementare.

Da sottolineare le numerose presenze produttive che il gruppo ha in tutto il mondo, dalle sedi storiche statunitensi e giapponesi a quelli dell’America latina e dell’Europa fino alla fabbrica di Bari aperta dalla Firestone all’inizio degli anni ‘60 e che nel 2013 rischiava la chiusura, poi scongiurata da un lungimirante piano pluriennale di investimenti.